Dopo una lunghissima astinenza, l’Inter torna a vincere lo scudetto di Serie A. La squadra di Conte ha conquistato il titolo con quattro giornate di anticipo e arrivando a quota 19 titoli nazionali stacca i cugini del Milan, fermi a 18. La vittoria appare netta e meritata, eppure l’andamento, almeno fino ad un certo punto della stagione, non è stato così regolare: analizziamo il cammino dei nerazzurri per capire quali sono stati i momenti chiave della stagione.
I segreti del successo nerazzurro: l’equilibrio in difesa e a centrocampo
L’atmosfera ad inizio campionato non era certo delle migliori, poi sono venute a galla anche delle difficoltà a livello finanziario della proprietà, ma questi sono aspetti che danno ancor più valore al risultato ottenuto da Conte e dai suoi giocatori. Tra difficoltà tattiche, nuovi acquisti che non rendevano al meglio e qualche assenza di troppo, il cammino dei nerazzurri nelle prime giornate non è stato particolarmente brillante, ma poi qualcosa è cambiato. Nei primi otto turni Handanovic ha dovuto raccogliere la palla in fondo al sacco per ben 13 volte, mentre nel girone di ritorno l’Inter ha incassato solo sei reti: il primo mattone della vittoria dello scudetto numero diciannove è stato proprio il ritrovamento dell’equilibrio difensivo. Il terzetto titolare composto da Skriniar, De Vrij e Bastoni si è dimostrato un muro invalicabile.
Anche il centrocampo ha avuto bisogno di un lungo periodo di assestamento. La svolta forse è arrivata nei minuti di recupero della partita di Coppa Italia contro il Milan, quando Eriksen si è sbloccato con una splendida punizione. Da quel momento il danese, fino ad allora un corpo estraneo (con non poche critiche a Conte per la sua scelta di non farlo giocare praticamente mai), è diventato un elemento insostituibile della linea mediana interista, affiancando il play Brozovic e Barella, eccezionale giocatore in grado di svolgere come pochi entrambe le fasi.
L’importanza delle fasce e la concretezza della LuLa
Il miglioramento delle prestazioni di Hakimi è stato decisivo: il marocchino ha faticato un po’ a calarsi nella realtà del calcio italiano, ma poi è diventato devastante sulla fascia destra, realizzando gol e assist in grandi quantità. C’è stata qualche difficoltà in più sull’altro lato del campo: il recupero di Perisic è stato fondamentale. Importantissimo anche l’apporto di Darmian, che ha risposto sempre presente quando è stato chiamato in causa. E che dire dell’attacco? L’ormai famosa LuLa composta da Romelu Lukaku e Lautaro Martinez è una coppia perfetta. Big Rom si è confermato una vera forza della natura e Lautaro continua a migliorare. Discreto anche l’apporto di Sanchez, discontinuo, ma fondamentale per permettere ai due titolari di tirare un po’ il fiato ogni tanto.
I momenti chiave della stagione verso la conquista dello scudetto di Serie A
Ad inizio febbraio l’Inter era già fuori dall’Europa (ultima in un girone tutt’altro che impossibile) e dalla Coppa Italia: per non vivere l’ennesima stagione fallimentare i nerazzurri erano costretti a puntare allo scudetto di Serie A, ma in quel momento si trovavano alle spalle del Milan, con Juventus e Roma alle calcagna. Nei mesi successivi l’Inter non ha sbagliato un colpo, mentre le avversarie non hanno mantenuto lo stesso ritmo. Forse il dover disputare una sola competizione ha favorito i nerazzurri, ma questo non deve sminuire l’impresa di Conte ed i suoi giocatori: l’Inter è salita in cima alla classifica per la prima volta in solitaria il 14 febbraio ed ha vinto il titolo con ben quattro giornate di anticipo. Questo significa che nel girone di ritorno l’Inter ha viaggiato ad una velocità impressionante.
Quali sono stati i momenti chiave della stagione? Per molti la prima svolta c’è stata alla settima giornata, un pareggio 1-1 in casa dell’Atalanta: Conte da quel momento ha potuto schierare con continuità il suo terzetto difensivo titolare, trovando una solidità che era decisamente mancata ad inizio stagione. Come detto, anche il momento dell’eliminazione da Champions (ed Europa) League ha segnato in modo profondo l’annata dei nerazzurri. Fondamentale è stata poi la netta vittoria nel derby di ritorno, che ha definitivamente lanciato l’Inter verso la vetta solitaria della classifica. Ed infine, ovviamente, bisogna menzionare il pareggio tra Atalanta e Sassuolo che ha matematicamente sancito la vittoria del diciannovesimo scudetto.
Le caratteristiche dell’Inter di Conte campione d’Italia
L’Inter 2020/2021 ha delle caratteristiche ben precise, che rispecchiano quelle del suo allenatore. Parliamo infatti di una squadra tremendamente cinica, con una percentuale realizzativa altissima, ed in grado di portare a casa il risultato anche quando c’è da soffrire: è riuscita a vincere ben tredici partite in cui ha avuto un possesso palla inferiore agli avversari (ma forse il dato sul possesso palla a volte viene un po’ sopravvalutato). Ma è un’Inter solida e disciplinata, con la miglior difesa ed il secondo miglior attacco, paziente e con un’ottima tenuta fisica (è la squadra che ha segnato più reti nel secondo tempo) ed in grado di recuperare i risultati negativi. Forse il gioco espresso non sarà il più spettacolare del mondo, ma chi afferma che l’Inter gioca male probabilmente non ha visto per intero le partite disputate nella seconda parte di stagione.
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